Fragole d’allegria
1
Un desiderio da piccolo
di colore rosso.
Un vicolo
fra i primi ciechi.
Immagini fra le meglio dieci
cose che ha inventato il mondo,
una scusa per far finta di vivere
2
Fiale di febbre su un tappeto
di velluto grigio.
Sia fatto salvo il vero
In modo che sia questo,
almeno poco, più
del nulla in cui s'annega.
3
Come in un canto, dormo nel mio letto;
sonnecchio - o son desto.
Oltre la porta, l'oltretomba
Che strascica prevedibili lodi
amori, porti, approdi.
4
Una tastiera batte,
un monitor fulmina lo sguardo
e le note erompono.
Non altro
capriccio schianta il ramo,
nessuna cancrena tranne
il poco rosicchiare di termiti.
5
Non credo al mare d'ogni giorno,
alla città vuota di notte
alla devastazione della linea
del telefono.
Che dormire
sia una dolce compagnia
non è per quella fede
che ha le stesse qualità delle fragole.
6
Risa a singhiozzo
da una innumerabile distanza.
Fogli staccati da libri
non letti e domani
perduti.
Nessun contatto
oltre il suono
della carta che sfilaccia, accartoccia.
Nessun altro il suono della memoria.
7
Cinque dita
non fanno la mano:
c'è il palmo, il dorso,
le linee del destino.
8
Il sunto della sera
conosciamo prima
che il grappolo d’uva sia spremuto
e non v‘è vergogna più intensa,
vino più nero del filo
ch’entra nella perla.
9
Né sorge né tramonta, ma commuove
l’abuso dello spazio.
Il rigore
imparabile fu parato.
Alle prove del tempo
il futuro è un credito da riscuotere.
10
La tecnologia divampa
in questa stanza immonda, ingombra
d’uomini e topi e cavi.
Dall’altra parte del video un mondo
risponde:
“Kathy & the Nine Family”
parole, immagini e un volto che suona.
Ma a pochi passi un silenzio
non altro il senso
dello spettacolare evento.
11
Nessuno sente la mancanza
del momento peggiore.
Una voce al telefono o poco meno
traccia analogie d’ombre e luci.
E’ passato il treno
ma il vento continua
a sbattere le imposte.
12
Pezzo per pezzo - col tempo -
crolla ogni casa
in compagnia dell’unico evento
non atmosferico.
Altri non riguarda che la formica
trasportata dal rigagnolo, annegata
e finita nella fogna.
Una crosta di rogna
non basta per morire,
neppure se stagna nell’aria
la morte indefinibile
di settembre.
13
Adesso è tardi per tutto
e c’è chi resta qui,
in una solitudine insopprimibile.
Avanza felpato il sonno
senza sogni - dei morti.
La vena rallenta appena
un rantolo di dormiveglia
se travi affumicate
già incidono il ricordo.
14
Segnali di fumo diretti
a un’altra spiaggia, incerti
se vivere o morire nel tentativo
di scordare lo strumento.
Lo scarafaggio annaspa e - se può -
si sotterra al sottotetto.
15
Troncati i piloni dei ponti
rimasugli e punte di cemento,
cielo, macerie.
Ora sarà difficile
passare da una sponda all’altra,
tracciare con lo sguardo il Rubicone
e trarre un altro dado.
Un limite è la resistenza
del catrame.
Non resta che tentare
l’arcobaleno.
Oggi è morto, domani
risorgeremo.
16
L’abbiamo fatto bene
questo mestiere di vivere
sotto uno stesso tetto.
Ma non abbiamo altro nido
che le nostre ali
e un’invasione d’ombre
sulle luci al neon.
A nulla valsero le tenebre
per la fuga di un insetto.