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Didattica in corpore vili - Le didattiche alternative

Le didattiche alternative

 

Le metodologie didattiche che la pandemia ha costretto a mettere in campo erano inefficaci in parte o totalmente ma hanno portato agli occhi di tutti che è possibile e opportuno proporre e sviluppare didattiche alternative rispetto alle lezioni frontali classiche alle quali le nostre esperienze scolastiche pregresse ci hanno più o meno abituato.

Le didattiche alternative sono ben note agli istituti professionali. Non parlo della didattica a distanza, ovviamente, che è una stupidaggine assoluta per come è concepita. Parlo invece di quelle didattiche che possiamo definire “laboratoriali” o “sperimentali” per le quali quasi tutte le scuole medie di secondo grado sono o sarebbero o potrebbero essere tecnologicamente attrezzate. Ma l’attrezzatura culturale, concettuale, fattiva ed operativa è ancora prerogativa degli istituti professionali i quali, infatti, si avvalgono ancora della facoltà di poter offrire alla loro utenza un monte ore cospicuo di attività nei laboratori. Certo si deplora qui, come lo si è fatto negli ultimi trent’anni (a partire dal cosiddetto “progetto Brocca”) la notevole e progressiva riduzione delle ore nei laboratori così come erano concepiti nel vecchio ordinamento scolastico della prima repubblica (ma era “vecchio” davvero?). Tuttavia ne è rimasto ancora abbastanza, dallo smantellamento degli istituti tecnici professionali, per poter articolare e fondare la loro proposta formativa sulla base delle didattiche nei laboratori.

Queste didattiche hanno come obiettivo quello di sviluppare il “saper fare” degli studenti, la capacità di utilizzare le proprie conoscenze in maniera finalizzata ad uno scopo operativo. Lo sviluppo di questa capacità di saper fare avvicina la preparazione scolastica alle opportunità di lavoro post diploma. Al contempo, le conoscenze acquisite rendono possibile e plausibile l’accesso universitario: prioritariamente, s’intende, agli ambiti universitari tecnico-scientifici ma non solo.

L’intento e l’obiettivo delle didattiche nei laboratori è quello di insegnare agli studenti a collegare mani e cervello così da creare soggetti consapevoli della loro professionalità e della propria umanità; dietro l’assunto che l’essenza umana è “lavoro” e che ciò che distingue l’uomo dalla bestia non è il pensiero ma l’attività orientata allo scopo. La consapevolezza di questo “orientamento” delle proprie attività rende sensato vivere, pieno di significato l’essere “umani” e, infine, lo sviluppo dei rapporti sociali ed interpersonali.

Non è vuota retorica o presunzione, dunque, ritenere che l’intento degli istituti professionali è ottenere dai propri studenti la loro stessa felicità.