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poesia italiana e varia letteratura a cura di Conversazione0

Temi di scuola - Tema 4

 


 


TEMA 4

Inventa una storia che contenga un flashback e un finale a sorpresa. Puoi scegliere il genere che preferisci (es. fiaba, favola, racconto realistico, racconto giallo, ecc.).

 

 

 

Dopo parecchi giorni di galera mi portarono in tribunale legato come una porchetta sul girarorrosto.

Volevano una confessione. “Prove schiaccianti”, disse il procuratore. “Ferite da taglio, impronte sul coltello, stanza chiusa dall’interno: non ci serve neanche una confessione ma è la prassi.”

“Allora ti faccio perdere poco tempo: fammi riportare dove m’hanno preso.”

Il processo andò come doveva. Mi avevano dato un avvocato d’ufficio. Volli fare una dichiarazione:

“Vostro onore, le cose non stanno come sembrano. Avevo conosciuto Lucina qualche giorno prima ma non ci ero mai stato a letto. Una certa simpatia fra noi ve la confesso ma, fino alla sera dell’omicidio, non eravamo mai andati oltre bere, mangiare, ballare. Qualche bacino c’era scappato, è vero, ma niente di tanto coinvolgente da non poter tornare indietro. Di andare a casa sua l’ha proposto lei. A me sembrava una donna normale, neanche troppo carina. Non ne avevo neanche voglia ma mi sono fatto coinvolgere. Pazienza. Ha cominciato a baciarmi appena chiusa la porta e ci toccavamo, carezzavamo. Ero stordito. S’è avviata verso la camera da letto seminando vestiario lungo il percorso: scarpe, gonna, camicia… e il resto. Confesso che non ho reagito subito: non me l’aspettavo. Quando la corteccia prefrontale ha realizzato le sono schizzato dietro come una molla imitandola. Ho seminato i mei abiti in tutto l’appartamento: scarpe, pantaloni, maglietta… e il resto. Quando sono arrivato era già sul letto con braccia gambe aperte. Voi capirete, vostro onore, che non essendo l’uomo di legno ma avendone solo l’apparenza in alcune parti in certe circostanze, è successo quello che è successo. Ma a un certo punto lei ha smesso: ha detto che le piacevano i giochini sadomaso e io stavo per darle un arrivederci quando ha preso dal cassettino del comodino uno stiletto. Mi ha chiesto che glielo strusciassi sul corpo. Mi ha messo lo stiletto in mano ed ha cominciato a guidarmela in modo deciso. In questo modo si è fatta dei segni sul collo, sul seno e poi mi ha lasciato la mano ma io ho continuato. Però molto più leggermente di come aveva fatto lei. E allora, a un tratto, come aveva smesso è ripartita e abbiamo fatto l’amore. Nel trambusto, lo stiletto dev’essere finito per terra. Mi ha chiesto di raccoglierlo e io mi sono alzato per farlo mentre lei ancora frugava nel cassetto del comodino. Ho trovato lo stiletto e gliel’ho porto e mentre glielo porgevo lei aveva una pistola che mi puntava. ‘Amico mio, è una violenza sessuale: si tratta di legittima difesa’ e m’ha sparato. È così che sono andate le cose.”

“Così lei pensa d’essere morto?” ha domandato il giudice.

“Sissignore, almeno, se lei è quello che io penso che lei sia”

“E chi pensa che io sia?”

“Dio”

“Porca puttana! M’hanno sgamato anche stavolta!”