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poesia italiana e varia letteratura a cura di Conversazione0

Temi di scuola - Tema 2

 



TEMA 2

 

Descrivi una tua amica o un tuo amico. Ricorda di inserire nella descrizione gli aspetti fisici (corporatura, lineamenti del viso, occhi, ecc.), gli aspetti psicologici (come si comporta? com’è?) e quelli ideologici (mentalità, modo di vestire, gusti, ecc.).

 

 

Dio cristo, quanto m’ha amato quella donna! Abitava a Sansiro e andò a vedere il concerto di Vasco allo stadio. Io abitavo a Bergamo e me la vedo entrare in casa alle tre di notte fumata dall’alluce all’orecchio: aveva anche perso una scarpa. S’era fatta cinquanta chilometri d’autostrada con il tasto city inserito. Se lo faccio io, in condizioni di lucidità, neanche arrivo al quindicesimo chilometro. Neanche so se abbiamo fatto l’amore ma so che m’ha amato di un amore profondo e disperato – disperato come quel gesto di guidare nella notte in condizioni di semi incoscienza.

Mi alzai da letto e l’abbrancai in un abbraccio disperato come quel suo amore, e la baciai e la spogliai e la misi a letto. Quello che successe dopo, davvero non lo so ma potrebbe essere di tutto. Ed infatti è tutto. Non è rilevante se abbiamo fatto l’amore, russato o dormito: di certo, abbiamo sognato. Insieme.

È tutto qui.

Certo, io lo so com’era il suo volto: rotondo come la luna, come il suo culo; come il suo culo di luna. Rotondi anche i suoi occhi neri. Neri, perché non si leggeva niente dentro. Aveva un’anima segreta. Non ho conosciuto nessuna donna mai essere così segreta e dispiegare così il suo segreto fino a farti sentire cieco, impotente. Un segreto squadernato e che tuttavia continuava a rimanere segreto fino a farti capire che non era nell’oggetto il segreto ma in te incapace di leggere in quel grande quaderno aperto che è l’anima di una donna.

Il suo sguardo aveva due toni: il nero e il liquido. Quando godeva, quando mi amava o semplicemente quando era di gioia la sua pupilla si liquefaceva, diventava d’acqua ma non di pianto: di riflesso. Era come un riflesso sull’acqua quel suo occhio. Faceva luce come a primo sole quando il raggio batte sul lago brinato che lo rifrange.

L’ho vista ridere, piangere, balbettare: stare accoccolata sotto la finestra con la testa fra le ginocchia. Fumava. La sentivo parlare ma non l’ho mai capita perché le parole sono impotenti a significare quel suo universo segreto. E non mi celava niente, mi parlava di tutto, tutto diceva. E quel tutto per me era niente o appena un poco.

Si, certo, parlavamo di letteratura, di poesia. Mi leggeva i suoi versi. Era religiosa, ma non cristiana. Era marxista ma non comunista. Era un groviglio.

Quando Niki Vendola è diventato governatore della Puglia, le ho detto che era comunista, omosessuale e poeta e lei ha detto: “ha tutti i difetti” ma sorridendo pietosa di me per significare che nemmeno una di quelle cose era un difetto. Parlava ironicamente. No: scanzonatamente. E anche a me mi canzonava. Perché l’amore, quello vero, è solo questo alla fine: una canzonatura.

Dio, se m’ha amato!!!