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poesia italiana e varia letteratura a cura di Conversazione0

Notte Stellata - Van Gogh 

Partenza

 

-         sella il cavallo , devo partire

-         bene signore, per andare dove?

-         lontano, molto lontano, lontano...

-         quante provviste, signore?

-         nessuna, il viaggio è tanto lungo che dovrò trovarmi per strada il nutrimento, per arrivare al termine

-         ma qual’è la meta, signore?

-         via da qui...

 

Via da qui, via da qui...

 

Uno fra i molti,

                             mistero

di tutti

            Piangeva

pregustando alla bisogna

nostalgia, mancanza

 

Nessuna mercanzia nella bisaccia

ma, riflessa dallo specchio,

la faccia di chi dispera

 

Passò la curva, l’orizzonte

senza lasciare traccia

                                   “partenza”

ce l’aveva scritto in fronte

 

E’ per fuggire che si parte

una sera a primavere

verso il mirabolante mistero della notte,

per non vedere oltre le carte

che nascondiamo in mano,

verso rotte impensate

dove poter essere

ciò che davvero siamo

per non guardare

la ragnatela dell’inganno in cui viviamo

andare è esser ciechi all’usuale immondo

se manca uno non sarà certo il finimondo

nessuno che senta la mancanza

....via.... L’assoluta essenza

della tragedia che nominiamo essenza

o soltanto vista

c’è sempre un’altra pista

c’è sempre un’altra pista

dopo una partenza


Pane e vino

La mancanza

 

Non vi mancava niente

né il sole né la pioggia

niente

né i libri né la penna

niente

né il mare né la spiaggia

niente

né la slitta né la renna

 

Non vi mancava niente

né la strada di campagna

né la settimana bianca

niente

né il fresco di montagna

né l’impegno che vi stanca

niente.

 

Non vi mancava niente

né il tempo né il viaggio

niente

né il sogno né il coraggio

niente

né il miraggio nella fede

niente

né lo schema né la rete

niente.

 

Non vi mancava niente

né l’adolescente marginale

né l’ambito familiare

né l’interposizione radicale

né l’altra faccia dell’affare.

non vi mancava niente

né la personalità schizoide

né il delinquente attivo

 

niente

ne il paranoide

ne il paraviolento asociale

niente

non vi mancava niente

ne visioni di conforto

nell’ingegno della banca

niente

fra quello che va storto

e la calma che vi manca

niente.............niente.............niente.........

 

nun te mancava nient, ma s’ì propr nu sament’!


Ascensore

Elenco asserragliato di visioni

 

Elenco asserragliato di visioni:

mostre, pitture, televisioni.

Ingolfamento di sguardi:

puntuali ritardi.

Vuoto di significati:

ozono, persuasioni, impensati

segnali colorati, obbedienze, obiezioni.

 

eccezione:

infrazione, punizione.

 

Vedi questo, non quello:

non il brutto, solo il bello.

E’ con l’occhio che debello

il pensiero.

                  E’ vero

solo quello che si vede.

Mistero della fede

nel capitale.

Comprendere è male!

 

eccezione:

infrazione, punizione

povertà


occhi

Occhi per non pensare

 

Siamo l’occhio che guarda e non vede

disperato ogni senso alla bisogna

si tende e non ode

richiami d’oltremondo

sente solo emozioni

e sciami di persuasioni.

 

Potremmo essere felici

senza i sensi che nessuno chiede.

Benefici degli occhi

guardare e non comprendere.

Niente che pensi

ha davvero importanza da vendere

 

Vedere

come guardiamo oggi

spettacolo di mondo

senza sapere

niente

       inganno

come il gusto

di chi fumi ad occhi chiusi

o preghi a mani giunte.

Illusi appena dal sembrare

che guardare sia vedere

e vedere sia comprendere.

 

La vista è ben altro che occhi

è intelligenza

                Ma siamo tutti sciocchi

e siamo felici solo senza

l’essenziale che potremmo chiamare

felicità, pensiero sensibili alla morte.

Uno solo tra tutti: lo sguardo.

Olfatto, tatto, udito, gusto

- nulla di questo

pensiamo che sia giusto.

 

Visto l’oggetto

lo pensiamo vero,

senza difetto.

Guardato il tetto

non lo pensiamo affatto

l’appartamento.

 

Occhi per non pensare

- frammento di persuasione

che serve ad amare

e esaltare l’emozione

senza l’intelligenza.

Dello sguardo

non possiamo fare senza.

Di tutto il resto è certo

che anche il ritardo

non può celare il deserto

della civiltà, della vita

della mancanza di libertà.


Universo

Fabbrica del mondo

 

Fabbrica di mondo appesa all’amo

- smeriglio, comunicazione, adesso

t’amo nel tuo nascondimento.

 

Riducilo al sesso, se capisci meglio,

ma resta fabbrica di mondo insano.

 

Falla in pantofole la tiritera,

ma resta fabbrica di mondo, altera

 

Ognuno col suo pezzo sotto il braccio,

ognuno a spasso con un fagottello,

ognuno con un cruccio od un contento.

 

E tutti questi pezzi lasciati a riposare

danno un bel quadro, un grosso e bel difetto,

una visione d’insieme d’imperfetto,

uscito dalla fabbrica del mondo

che ognuno tiene in mano.

 

Chi se ne vanta e chi ce n’ ha vergogna

chi pulisce, chi sporca, chi scalogna,

chi tace e chi si lagna,

chi tende un filo da funambolo

e vi passeggia dall’uno all’ altro punto

d’un miracolo

 

Tutta la varietà s’è messa in fila

alla catena di montaggio

tutta l’umanità ha il suo miraggio

è tutta questa roba che va via:

la fabbrica del mondo e così sia


spiaggia

Luce chimerica

 

Avanza.

Pacato, silenzioso, affamato, avanza.

A volte ripido, tortuoso

altre meno arduo,

ma sempre avanti.

 

Dietro non resta che il fumo e la polvere,

intossicando ricordi

dissolvendo giovinezze

prosciugando speranze.

Raschiare il tempo

ennesimo traditore,

mentre un silenzio squarcia il brusio

di sogni ingialliti

dei loro fili spezzati.

Rompere due lancette non basta

a cancellare la scia,

tutto è cambiato

persino il telefono,

mi affaccio all’inverno

strappando l’ultimo brandello di carne,

 

due pupille dilatate e un solo richiamo:

il suono di questa spiaggia

che non è mai esistita.

 

non è mai esistita


 

Nibbio

Nibbio  

 

Camminare sulla terra

verso casa, a capo basso.

Sprofondare nella terra

passo dopo passo.

 

Seguitare il pio pensiero

che domani sia più bello,

che un giorno sia più vero.

Sprofondare nell’avello:

 

“PER ME SI VA NELLA CITTA’ DOLENTE

PER ME SI VA NELL’ETTERNO DOLORE

PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE

 

GIUSTIZIA MOSSE IL MIO ALTO FATTORE

FECEMI LA DIVINA PODESTATE

LA SOMMA SAPIENZA E IL PRIMO AMORE

 

DINANZI A ME NON FUR COSE CREATE

SE NON ETTERNE E IO ETERNO DURO

PERDETE OGNI SPERANZA O VOI CH’ENTRATE”

Semplicemente come respirare

lo sguardo vede avanti

a altezza d’uomo, vede andare

gente disperata, amanti.

Semplicemente come camminare

alzarsi da terra, volare

con occhi di Nibbio o Falco

andarsene via, andare.

 

Lo sguardo vede azzurro, nubi

uomini dal cielo come topi

nella città topaia

popoli senza scopi.

 

Aquila, Nibbio, Falco

libertà dell’etterno volo

ti guardi intorno

e sei rimasto solo


Diluvio

Quattro gocce di diluvio


 

Stamane han  piovuto quattro gocce;

una per il rospo, una pel lumaccio,

una per la iena e l’altra per l’abbraccio.

 

Il rospo che lento attraversa,

La lumaca che lenta imperversa

La iena che fiuta l’aria terza,

l’abbraccio per una donna persa.

 

Niente da salvare al diluvio,

alla fine dei conti. Nessun effluvio

 

Anche Noè è distratto

e il legno per l’arca

è ancora albero.

 

Ma chi fu, per darci lo sfratto,

quel dio che fece una barca

per tutte le bestie?

 

Sembra n’abbia perduta qualcuna

per strada - testimonia Darwin.

 

Non ci fu neanche un condominio

ribelle al padrone sfrattatore:

al massimo un genio

che inventò il trattore


Sconosciuta

Una sconosciuta


 

no so explicarme,  que pasò

però de ti me enamore

 

Che colore strano

i tuoi capelli sul sorriso

e la mano

accanto al viso

accarezzare il lobo dell’orecchio.

 

Ah, il paradiso dello specchio

che tutti i giorni guarda!

 

fuoeron tu ojos

o tu boca

fueron tu labios

o tu voz

 

Tre pomeriggi netti

e due notti di portento:

un’alba sotto il vento,

un tramonto sui soffitti.

 

Una mezzaluna di paesaggio

che fu troppo veloce

e troppo stretto il passaggio

 

Stilla per stilla i giorni,

l’immancabile tempo,

la sibilla indovina

e il lampo oltre il pensiero.

 

Qualcosa era il prima

altra la perfezione

- ombra di velo nero e cielo scuro -,

.

altra la rima

 

L’imperfetto rilancia

al tavolo da gioco

ma è bassa la cifra,

il piatto poco.

 

Nulla è più sicuro

che vivere nel futuro.


Nascita

Apri la porta

 

Apri la porta

oltre la quale

l’atomo a scorta

del male.

 

Orrore di tutto,

giorno in testa, animale

notturno.

 

Manca la chiave

- apri la porta

prima ch’altro erompa

e la trave

schianti il fucile,

prima che si rompa

oltre ogni dire

la bomba.

 

Pace, calma:

                mai disarma

lo scorrere intenso, il fluire

non della vita, non del pensiero

- essere incapaci a dire!

 

Arde la fiamma:

non questo è il momento

della pace, della calma

- in altre direzioni il centro

 

L’arco si tende, il muscolo gongola.

 

Ora la mente

è lattiginosa come nella vongola

la carne dentro al guscio

Niente

 

Chiami la mamma

e nessuno risponde,

nessuna pace, alcuna calma.

 

Si diffonde

sempre + spesso

il malessere, lo stesso

senso + suono,

l’uguale tuono

che udiamo ovunque.

 

Al dunque

nulla è + vero;

fumiamoci una canna,

fermiamo il pensiero

senza pace, senza calma


Trucco

Trucco e inganno


 

Tutto è trucco e tutto è inganno:

teso ad asciugare il panno

nasconde il nascondibile.

 

Tutto lo scibile è insufficiente

a scoprire il fulcro

dell’ esistenza.

Giriamo a vuoto di pazienza.

 

Più si scansa l’equivoco

e più ìmpera il caos.

L’univoco

sembra in un unico modo

e invece è solo un granello nel brodo

che chiamiamo vita.

 

Fra un arrivo ed una dipartita

nuotiamo sotto apnea

senza uscirne vivi

 

La livrea del cameriere

tiene appena insieme il dente

con l’alluce del piede

 

Non si trova il trucco con l’inganno

e tutto questo lambiccarsi è vita, affanno.


Frankestein

Cortocircuito


 

Occhi si chiudono:

cortocircuito!

 

Cielo e terra il medesimo orizzonte

fra occhi e cervello

solo la fronte.

 

Carni e macello.

 

Mani e udito un solo nulla

il futuro una fanfulla

il passato una fanciulla

il presente ci maciulla.

 

Cortocircuito dei sensi

non si capisce niente

per quanto ci si pensi

 

occhi si chiudono

cortocircuito


Piolo

Anna passami la canna


 

Morte nel cuore

morte nel cuore

unghie disseccate al sole d’aprile

mai io...

 

OHMMMMMM

 

passami la canna

passami la canna

passami la canna

 

Anna

 

“¿hola, ma porque usted no tiene la hinta de securidad?”

 

hea hea hea heo

 

Mario

passami il calendario

 

passami il tonno

Nonno

 

Renata

passami l’orzata

 

Antonio

Passami il pinzimonio

 

passami il fagiano

Adriano